Verso le fabbriche dell’Intelligenza: 70 anni di innovazione tecnologica e scientifica
Pubblicato su 31 gennaio 2024
Vittorio Di Tomaso, Senior Partner di Maize, traccia la storia dell’Intelligenza Artificiale
Si chiama Verso le Fabbriche dell’Intelligenza il capitolo del libro Intelligenza Artificiale. Arte e Scienza nel Business – curato da Frank Pagano e Marco Di Dio Roccazzella (JAKALA) – dedicato alla storia dell’Intelligenza Artificiale.
In questo capitolo Vittorio Di Tomaso, senior partner di Maize, ripercorre il viaggio dell’IA dagli albori fino al presente, evidenziando i principali protagonisti, le scoperte e le applicazioni che hanno caratterizzato questa saga tra scienza e innovazione.
Il punto di partenza di questo percorso è il 1956, quando un gruppo di pionieri scientifici si riunisce a Dartmouth per esplorare un concetto rivoluzionario: la creazione di macchine intelligenti in grado di simulare i processi umani.
Questo evento, considerato la nascita ufficiale dell’IA, è in realtà il punto di arrivo di una serie di scoperte matematiche, cibernetiche e neuroscientifiche avvenute tra gli anni ’30 e ’40. Tra queste, la Macchina di Turing di Alan Turing, che ha fornito il modello astratto per la costruzione dei primi computer; la Teoria del Feedback di Norbert Wiener, che ha introdotto il concetto di cibernetica; la Teoria dell’Informazione di Claude Shannon, che ha definito il “bit” (l’unità fondamentale di informazione); e il Modello dei Neuroni Artificiali di Pitts e McCulloch, che ha ispirato le prime reti neurali.
Un altro momento cruciale si colloca nel 1947 con l’invenzione del transistor, un precursore dei moderni dispositivi elettronici, da parte di tre scienziati dei Bell Labs, un centro di ricerca e sviluppo del New Jersey che prende il nome direttamente dal fondatore, Alexander Graham Bell.
L’invenzione del transistor, unita alla teoria dell’informazione e all’elettronica digitale, dà vita all’informatica moderna, rendendo possibile lo sviluppo di macchine sempre più potenti e sofisticate.
Il 1997 rappresenta un punto di svolta grazie ad alcuni eventi dal forte carattere simbolico: lo scacco matto del supercomputer Deep Blue ai danni del pluripremiato campione Kasparov, l’ingresso di Amazon in borsa, l’arrivo del rover Sojourner su Marte, la registrazione del dominio Google.com e la risoluzione di una congettura matematica da parte di un programma di IA. Tali eventi dimostrano le enormi potenzialità dell’IA in diversi campi, dalla scienza al commercio, dall’esplorazione spaziale alla matematica.
Da allora l’IA ha compiuto passi da gigante, arrivando a influenzare molteplici aspetti della vita quotidiana.
Vittorio Di Tomaso individua quindi alcune intuizioni chiave partendo proprio dal Test di Turing, che anticipa un concetto fondamentale: la strada per lo sviluppo dell’AI non è la programmazione tradizionale ma l’apprendimento, un approccio destinato però a maturare solo decenni dopo.
L’incontro al Dartmouth College segna invece l’inizio della fase GOFAI (Good Old-Fashioned Artificial Intelligence), ancora basata su un paradigma logico-scientifico che rileva ben presto tutti i suoi limiti, tra cui la mancanza di flessibilità. Tuttavia, è proprio grazie a questa conferenza che l’IA viene riconosciuta come una disciplina a sé stante.
Negli anni '50 Frank Rosenblatt sviluppa il perceptron, segnando l’inizio delle moderne reti neurali, destinate a evolversi negli anni ’80 grazie all'algoritmo di backpropagation di Geoff Hinton, che consente a queste reti di apprendere durante l’addestramento, portando a straordinari progressi nella visione artificiale e nella robotica.
Il decennio successivo vede il dominio del deep learning, mentre il 2022 segna l’ingresso dell'IA generativa, con modelli come Chat GPT che creano autonomamente contenuti originali.
Attualmente, l'Intelligenza Artificiale costituisce l'infrastruttura fondamentale del mondo contemporaneo, generando interrogativi di natura etica e sociale. Giganti tecnologici, startup e istituzioni sono immersi in un dibattito globale riguardo a regolamentazioni, opportunità e sfide. La narrazione dell'IA si configura come un percorso caratterizzato da adattamento, innovazione e rapida evoluzione, imponendo la necessità di definire regole e pratiche che guidino un utilizzo responsabile di questa tecnologia in continua evoluzione.